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Economia Politica:
Gli appunti trattano tutto il corso esposto in aula durante le letture, coprendo praticamente tutte le sfaccettature che si possono avere solo seguendo un corso di laurea in presenza. Il documento comprende moltissimi concetti di base della microeconomia e della macroeconomia. I più importanti concetti esposti partono da un'introduzione generale sulla scienza economica e l'economia, concentrandosi sulla domanda e offerta di mercato, sui diversi tipi di elasticità della domanda e dell'offerta. Vengono analizzate tutte le forme di mercato che si studiano in microeconomia, fra le quali: concorrenza perfetta; monopolio; concorrenza monopolistica; oligopolio. Per tutte le forme di mercato vengono esposte le differenze fra breve e lungo periodo e fra singola impresa e mercato. Per l'oligopolio viene illustrato con esempi come si formano le strategie di collusione e di cartelli, anche attraverso la teoria dei giochi con l'equilibrio di Nash. Per il monopolio viene fatta una digressione per illustrare le caratteristiche salienti del monopolio di tipo naturale, come si forma e perchè in questo caso particolare è preferibile alla concorrenza perfetta. Successivamente, per quanto riguarda la parte di macroeconomia si analizzano i capisaldi della contabilità nazionale, assieme ai vari livelli di complicazione del flusso circolare del reddito. Infine, viene spiegato il modello della spesa aggregata reddito, introdotta la domanda e offerta di moneta assieme anche all'integrazione sul sistema monetario europeo. Gli schemi che il documento propone, infine, sono perfetti per fissare in mente un'immagine visiva chiara dei concetti esposti a parole che, non avrebbero lo stesso impatto se non rappresentati con grafici che mostrano i cambiamenti dei fattori che li compongono sia a livello micro che macro economico.
Dettagli appunto:
- Autore: Riccardo La Camera
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Comunicazione d'impresa
- Esame: Economia Politica
- Docente: Annamaria Bagnasco e Angela Besana
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Economia Politica Appunti di Riccardo La Camera Università: IULM di Milano Facoltà: Scienze della comunicazione Corso: Comunicazione d'impresa e relazioni pubbliche Esame: Economia Politica Docenti: Annamaria Bagnasco e Angela Besana A.A. 2021/2022Indice appunti di Economia Politica Microeconomia Capitolo di introduzione alla scienza economica e l’economia La scienza economica e l’economia …………………………………………………………… Pag. 1 Calcolo del costo opportunità…………………………………………………………………… Pag. 4 Legge dei rendimenti decrescenti ……………………………………………………………… Pag. 5 Capitolo su domanda, offerta e mercato Curve di domanda e offerta ……….……………………………………………………….…… Pag. 6 Equilibrio di mercato Curve di domanda e offerta ..……………………………………..…… Pag. 8 Regolamentazione con prezzo minimo e massimo ..……………….…………………….… Pag. 11 Capitolo su elasticità della domanda e dell’offerta Elasticità della domanda (diretta) del bene x al prezzo di x ..……..…………………….… Pag. 12 Elasticità della domanda (incrociata) al prezzo di un altro bene ..……..……………….… Pag. 14 Elasticità di domanda incrociata al reddito………………….……..…………………….….. Pag. 15 Chi sostiene il carico d’imposta ……………………………,………………………….…..… Pag. 16 Capitolo su teoria dei costi e teoria dell’offerta Funzione di produzione ………………………………….…………………..………….…..… Pag. 17 Breve e lungo periodo ………………………………………………………..………….…..… Pag. 19 Legge dei rendimenti decrescenti …………………………………………..………….…..… Pag. 21 La massimizzazione dei profitti ……………………………………………..………….…..… Pag. 26 Decisione del livello di produzione nel breve periodo …………………..………….…..….. Pag. 33 Capitolo sulla concorrenza perfetta e monopolio Caratteristiche strutturali delle forme di mercato …………………………………….…..… Pag. 35 Curve di offerta e costi in concorrenza perfetta ..…………………………………….…..… Pag. 38 Dal breve al lungo periodo ………………………………………………..………….…..…… Pag. 41 Il monopolio ……………………………………………………..……………………………… Pag. 44 Confronto fra monopolio e concorrenza perfetta …………..……………………………… Pag. 46 Il monopolio naturale …………………………………………..……………………………… Pag. 51 Discriminazioni di prezzo. ……………………………………..……………………………… Pag. 54 Capitolo sulla concorrenza monopolistica Caratteristiche della concorrenza monopolistica …………..………………………………. Pag. 57 Scale minime efficienti delle varie forme di mercato e la domanda ……………………… Pag. 59 Capitolo sull’oligopolio Fragilità di cartello e collusione ……………………………..……………………….……..… Pag. 60 Curva di domanda ad angolo..………………………………..……………………….……… Pag. 60 Teoria dei giochi e equilibrio di Nash ………………………..……………………….……… Pag. 62 Macroeconomia Capitolo sulla contabilità nazionale PIL & PNL distinzione ………………………………………..………………………………… Pag. 65 Livelli di complicazione nel flusso circolare del reddito …..……………………….…….… Pag. 65 Definizioni di contabilità nazionale …………………….……..……………………….……… Pag. 71 Capitolo sul modello spesa aggregata reddito Introduzione al modello spesa aggregata reddito ………..………………………………… Pag. 73 La funzione del consumo …………………………………..…………….…………………… Pag. 74 La funzione della spesa aggregata ………………………..…………….…………………… Pag. 75 Il reddito di equilibrio ..…………………………………..…………….………………….…… Pag. 76 Il moltiplicatore Keynesiano ..……………………………..…………………………..……… Pag. 77 Propensione marginale al consumo e propensione marginale al risparmio ……..……… Pag. 87 Capitolo sulla moneta Moneta, domanda e offerta di moneta ……………..…………….………………….…… Pag. 88 Il ruolo della BCE …………………………………..……………….…………………..…… Pag. 90 Il moltiplicatore monetario ………………………..……………….…………………..…… Pag. 91 Capitolo di precisazioni Bilancio strutturale e bilancio in funzione dell’inflazione ..…….………………….…..… Pag. 94 Gli stabilizzatori automatici ………………………..……………….…………………..…… Pag. 95 La trasparenza nel controllo della spesa pubblica ……………….…………………….… Pag. 96 Capitolo sull’integrazione europea Il mercato unico …………………..……………….………………………..…………..…… Pag. 101 Dal Sistema Monetario SME all’Unione Monetaria Europea UME ………………….….. Pag. 102 Patto di stabilità e crescita ……..……………….………………………..…………..…….. Pag. 103 1 - La scienza economica e l’economia L' oggetto dell'economia politica L' economia politica non studia la gestione ottimale delle imprese, la scienza economica si occupa delle decisioni umane in condizioni di scarsità. Decisioni sia individuali che collettive, chi decide ha risorse limitate e deve decidere fra usi alternative di quelle risorse. Se le risorse sono scarse, ogni decisione ha un costo. Il costo può essere monetario, ma può anche non esserlo. Il costo opportunità e costo opportunità marginale (per ogni unità in più) Il costo opportunità marginale di una scelta è una valutazione quantitativa di ciò a cui rinuncio per ogni unità in più dell'oggetto della mia scelta. Per esempio il costo opportunità di un pomeriggio al cinema per uno studente è il costo del biglietto, del trasporto e di ciò a cui rinuncia per andare al cinema (ore di studio, aperitivo con gli amici, palestra). Il costo opportunità per un affermato avvocato è soprattutto l'introito a cui rinuncia spendendo il suo tempo al cinema e non presso il suo studio con i clienti. In generale, quindi, l’economia è la scienza della scelta, la scelta implica dei costi poiché le risorse sono scarse. Costi per le opportunità alle quali si rinuncia, costi che possono essere marginali poiché rinuncio a qualcosa per un ritaglio in più di qualcos’altro. L'identificazione dei costi di una scelta non è sempre una operazione banale, infatti, alcuni costi possono essere trascurati: è il caso dei costi impliciti, che non implicano un esborso monetario, ma un mancato introito. Per esempio l'affitto figurativo di un immobile di proprietà, altri costi possono essere irrilevanti in particolari decisioni, cioè i cosiddetti costi irrecuperabili. Per esempio, i costi dell'assicurazione RCA nel decidere compiere un viaggio in treno o in auto. Ripetendo, l’economia è la scienza della scelta, gli individui si confrontano con scelte che riguardano beni e risorse scarse, scelte che quindi costringono ad usi alternativi delle risorse. L’uso alternativo cui si rinuncia può essere stimato con il costo opportunità. Il costo opportunità alcune volte ha delle stime precise ed esplicite, altre, bisogna ragionarci perché non è così ovvio capire ad esempio quale sia il costo opportunità di un immobile (poiché per esempio potrei affittarlo piuttosto che viverci all’interno, ecc). - Costo opportunità: ciò a cui rinuncio per avere di più di un altro bene. - Costo opportunità marginale: ciò a cui rinuncio per avere un unità in più di un altro bene o servizio. Quando faccio una scelta in realtà non penso solo al concetto di costo, in realtà quando faccio delle scelte attribuisco delle preferenze, insomma se faccio una scelta, faccio una scelta fra costi e benefici. Ad esempio un ora di nuoto libero costa 5$ ma se dovessi dare una stima monetaria ai benefici che mi porta darei 50$. Vediamo che come i costi possono essere stimati, c’è la nozione di beneficio, il beneficio è il vantaggio, la preferenza, l’utilità che il soggetto ha dall’aver operato una scelta, il beneficio si confronta con il costo. Qui sotto è stato aggiunto ancora l’aggettivo marginale poiché il beneficio marginale può essere confrontato con il costo marginale. Il beneficio marginale La scelta ottimale viene identificata comparando i suoi costi ai suoi benefici (analisi economica delle scelte). Così come i costi sono stati quantificati anche i benefici vanno quantificati e dipendono dalle preferenze e dagli obiettivi del soggetto che opera la scelta. Tabella che interpreta come due soggetti attribuiscano valori diversi alla stessa esperienza di scelta. Partendo dall’alto vediamo che il biglietto a teatro costa 25 euro mentre il biglietto al parco è gratuito. Quale concerto scegliere? Due individui possono avere una diversa valutazione di costo e di beneficio. Le colonne che stiamo per commentare si riferiscono alle diverse scelte con riferimento al concerto a teatro, le righe si riferiscono a tutto quello che significa 1l’analisi di costo (non solo riferito al prezzo del biglietto ma anche a cosa si è rinunciato), poi c’è il concetto di beneficio, ed infine per differenze arriveremo a capire qual’è la decisione che fanno i due soggetti. Stiamo quindi valutando costi e benefici di determinate scelte secondo l’approccio dell’economia. Il concerto in teatro è sempre preferito rispetto al concerto al parco? Dipende da come lo si valuta. - Nella prima riga 25$ è il costo esplicito che figura sul biglietto del teatro. - Nella seconda riga vediamo a cosa si rinuncia, qui interviene una stima del costo opportunità di 15$ (prezzo che avrei pagato per il concerto al parco), è quindi una stima che non pago di fatto. - Nella terza riga abbiamo una somma delle prime due, la somma di costo esplicito + costo implicito = scelta di andare a teatro ha un costo complessivo di 40$ (include il costo esplicito del biglietto e il costo opportunità, visto che avrei impiegato il mio tempo in altro modo). Possiamo definire 40$ come non solo il costo esplicito ma anche la considerazione di ciò a cui rinuncio che in questo caso è stato stimato. - Nella quarta riga c’è la stima del beneficio che i due soggetti trarrebbero dal concerto a teatro, uno dei due attribuisce al concerto a teatro un beneficio di 50$, mentre l’altro di 35$. - Nella quinta riga si va a fare una semplice sottrazione dei benefici del concerto a teatro di entrambi i soggetti riportati nella quarta riga, meno, i costi totali di entrambi i soggetti riportati nella terza riga come addizione dei singoli costi della prima e della seconda. La rendita economia (beneficio - costo economico) è 10 per il primo sogg. mentre è -5 per il secondo sogg. Questa analisi ci permette di dire come l’economista valuta effettivamente la scelta. Il primo sogg. che ha dato maggior beneficio al concerto in teatro al netto dei costi (sia esplicito che costo opportunità) sceglierà il concerto in teatro visto che ha una rendita (surplus di beneficio - costo) di 10; l’altro invece che attribuisce evidentemente al concerto in teatro un beneficio inferiore rispetto al primo, ha una rendita negativa di -5. Il contabile direbbe: il concerto al parco non influenza in alcun modo il costo del biglietto. L’economista, invece, direbbe: le opzioni disponibili sono rilevanti perché la possibilità di andare al parco modifica le opzioni disponibili poiché la scelta di uno implica la rinuncia dell’altro. Costo economico è diverso perché è pari a: costo esplicito + costo opportunità (quantitativo). L'analisi dei processi produttivi L'oggetto tipico dell'analisi economica sono i processi di produzione di beni e servizi. I beni sono oggetti utili. I servizi sono prestazioni consumate quando vengono prodotte. Cosa, come e per chi si produce. L'allocazione delle risorse è cruciale per una società. Può essere organizzata in modi diversi, a seconda del grado di intervento dello Stato: • economia dirigistica, con un massiccio intervento dello Stato (lo stato decide cosa, come e per chi produrre); • economia mista, dove il Governo ed il settore privato interagiscono (economia italiana); • economia capitalista o di libero mercato, domina la Mano Invisibile di Adam Smith (1776). Scienza economica positiva e normativa • L'economia positiva tratta di spiegazioni oggettive e scientifiche (spiega un fenomeno). Nell'approccio positivo ci si propone di spiegare il funzionamento del sistema economico. • L'economia normativa propone soluzioni basate su giudizi di valore personali (quando spiegando il fenomeno aggiunge anche un valore o un giudizio di valore, è un giudizio che in genere deriva da percezioni, sensazioni, preferenze dell’economista). Nell'approccio normativo si studiano le possibili riforme, cambiamenti, innovazioni al sistema in essere. L’ approccio adottato nel corso è di tipo positivo. Due affermazioni una di economia positiva e una di economia normativa a confronto per capire meglio di cosa si tratta. - Economia positiva: “è aumentata la tassa sui pacchetti di sigarette, di conseguenza la domanda si è leggermente contratta” in questo modo si spiega semplicemente che l’introduzione di una tassa in un mercato molto spesso può fare diminuire la domanda. - Economia normativa: “finalmente è aumentata la tasse sulle sigarette, così forse conviveremo qualcuno che il fumo genera un grave pericolo per la salute” con gli aggettivi usati ho aggiunto 2degli evidenti valori o percezioni che volevo trasmettere nella teatralità di una affermazione che voleva essere di economia normativa. C’è un augurio non la descrizione di un fenomeno. La distinzione tra micro e macroeconomia Il corso è suddiviso in due parti elencate di seguito. • La microeconomia si occupa delle decisioni dei singoli individui e delle e singole imprese, della formazione dei prezzi nei mercati, dell’efficienza dei mercati, le scelte e le preferenze individuali, i costi ed i ricavi delle imprese. • La macroeconomia si occupa degli aggregati economici, del sistema economico nel suo complesso: - la determinazione del PIL e la sua crescita; - la determinazione del livello generale dei prezzi e dell’inflazione; - la determinazione della disoccupazione; - il ruolo della politica monetaria e della politica fiscale nel garantire crescita, bassa disoccupazione e inflazione. I modelli Gli economisti utilizzano per rappresentare in modo semplificato e stilizzato la realtà modelli composti da grafici che: - trascurano molti dettagli della realtà che rappresentano; - si concentrano solo su quello che di volta in volta è considerato più importante e rilevante (es. la variazione del reddito…); - modelli sono più semplici della realtà, ma proprio per questo sono utili; - si basano su ipotesi, semplificano la realtà’ e aiutano a comprenderla meglio; - si utilizzano tabelle, relazioni tra variabili, grafici. La scarsità obbliga alla scelta - La frontiera delle possibilità produttive Se le risorse sono scarse, gli attori di un sistema economico devono fare delle scelte su come distribuirle tra produzioni alternative. Se le risorse sono scarse, ogni decisione ha un costo. La frontiera delle possibilità produttive è la possibile rappresentazione del tema economico della scarsità. La scarsità spiegata con la frontiera delle possibilità produttive, FPP , è un grafico che mostra le combinazioni di produzione (output) che l'economia è in grado di produrre, dati la tecnologia produttiva e i fattori produttivi disponibili (paragrafo 1.2 del libro). Se la scarsità obbliga alla scelta, la frontiera delle possibilità produttive è proprio un modello grafico che consente di mostrare sulla curva come l’economia sia in grado di produrre almeno due beni dati, scendendo e salendo sulla curva capisco che devo per forza rinunciare a un bene per averne di più dell’altro. Per ogni livello di produzione di un bene, la frontiera delle possibilità produttive mostra la massima quantità di un altro bene che il sistema economico è in grado di produrre. Nel caso che vediamo nello schema in basso, si mostra il trasferimento di lavoratori, risorsa scarsa, dalla produzione di cibo a quella di film, comporta un incremento della produzione di film ed una riduzione della produzione di cibo. Quale combinazione è inefficiente? Quale combinazione è irrealizzabile? Cosa succede se passiamo da una combinazione all’altra lungo la FPP? - N è al di sotto della frontiera, è un punto che può essere prodotto ma in maniera non efficiente (efficienza significa produrre le quantità massime disponibili), non garantisce la massima quantità producibile dell’uno o dell’altro bene. Ad esempio alcuni cuochi che potrei far lavorare non stanno lavorando. Non impiega efficientemente risorse e tecnologie, non garantisce la massima quantità producibile dell’uno e dell’altro bene. - B è sulla linea della frontiera e rappresenta a massima quantità producibile di entrambi i beni, rappresenta la massima efficenza del sistema produttivo date le risorse e le tecnologie usate. - M è sopra la linea della frontiera, indica una combinazione irrealizzabile, al momento attuale non sono ancora state brevettate le tecnologie per produrlo, non ho ancora le risorse per realizzare questa combinazione. 3Efficienza: “hai 4 lavoratori e li impieghi sempre tutti”. La frontiera delle possibilità produttive è un modello prettamente astratto, la curva rossa è la FPP , mostra per almeno due beni, quanto un sistema economico sia in grado di produrre questi ultimi. In altre parole la FPP ci dice che se per esempio l’Italia decidesse di stare sul 25 di cibo, dedicherebbe tutte le sue risorse alla produzione di quest’ultimo, non allocandone nessuna alla produzione di film che di fatto è 0. La stessa economia alternativamente potrebbe stare sul punto 30 di film e 0 di cibo se decidesse di allocare tutte le sue risorse alla produzione culinaria. Qualsiasi punto intermedio sulla FPP come ad esempio B, significa che una nazione ha scelto di dedicare le sue risorse e tecnologie in parte alla produzione cinematografica ed in parte alla produzione culinaria. Sicuramente il punto B rappresenta efficienza, rappresenta la massima quantità di film e cibo che posso produrre date tecnologie e risorse. Il costo opportunità di una scelta è la valutazione quantitativa di ciò a cui si rinuncia per ottenere un'unità in più dell'altro bene. Il costo opportunità di x in termini di y è pari al numero di unità di y a cui devo rinunciare per avere x unità aggiuntive di x. Scendere dal punto B al punto C significa di fatto rinunciare a cibo per produrre più film, in questo modo esprimo il concetto di costo opportunità per il quale se voglio produrre più film, essendo le risorse scarse, devo rinunciare a produrre del cibo. La scarsità è rappresentata dal fatto che passare da un punto all’altro fra quelli rappresentati su questa frontiera implica il famoso costo opportunità, per esempio, passare da A a B piuttosto che da B a C, significherà rinunciare a produrre una data quantità di uno dei due beni per produrre una quantità maggiore dell’altro bene in questione. In particolar modo si vede bene nel passaggio da B a C a quanto sull’asse Y sto rinunciando per avere una maggior quantità di X. Il calcolo del costo opportunità Se scelgo di privilegiare la produzione culinaria i 4 lavoratori corrispondono ad una produzione di 0 film e 25 cibo (sulla FPP sono sul punto A). Scendendo lungo la frontiera delle possibilità produttive immaginiamo di passare da A a B, in questo modo ho ancora tre lavoratori che lavorano sul cibo e uno solo che si occupa di film. Se passo da B a C l’idea è sempre la stessa, dei lavoratori che si trasferiscono dalla produzione di cibo alla produzione di film, ma, visto che le risorse sono scarse si dovrà sacrificare una delle due produzioni. In termini di cibo infatti si passa da 22 a 17 con una variazione di cibo di 5 (C = 22 - 17 = 5). Si rinuncia a 5 unita di cibo per avere un aumento della produzione di film di 8, questa è intesa come la variazione della produzione di film in conseguenza della diminuzione della produzione di cibo. La produzione di film, infatti, incrementa con una variazione di film di 8 passando da 9 a 17 (F = 17 - 9 = 8). A questo punto, avendo ottenuto le variazioni sull’asse Y e X che abbiamo indicato con , possiamo procedere a calcolare il costo opportunità andando a dividere Y/X. Applicando la formula al passaggio da B a C preso in esame poco fa troveremo il suo costo opportunità: C / F —> -5 / 8 = 0,6. 4Il costo opportunità è crescente poiché in economia sta ad indicare che quanto più produco di un bene, rinuncerò pur sempre all’altro, la rinuncia in questo modo sarà sempre un sacrificio crescente. Per questo si dice che Y/X è crescente in senso assoluto. Legge dei rendimenti decrescenti Le risorse sono anche soggette alla legge dei rendimenti decrescenti. Presupponiamo una produzione divisa in fattori fissi e variabili, la legge dei rendimenti decrescenti espone quanto segue, se ho un fattore fisso e aumento sullo stesso fattore fisso che non varia, la quantità di fattore variabile ad esso connesso può continuare ad aumentare, ma la quantità prodotta aumenterà a rendimenti via via decrescenti. La legge dei rendimenti decrescenti afferma che la produttività marginale di un fattore variabile, utilizzato in quantità crescente in combinazione con uno o più fattori fissi, tende a diminuire continuamente se si supera la piena ed efficiente utilizzazione di fattori fissi disponibili. Es. in un team pubblicitario, ci sono 4 figure professionali, ciascuna di queste si occupa di un’area specifica. Questi hanno un unico computer, dovendolo sfruttare in modo diverso tutti quanti, arriveranno a produrre un numero di spot al mese che incrementerà fino ad un certo punto. Visto che il computer è una risorsa fissa che non aumenta in quantità, mentre le 4 figure si, si arriverà ad un punto di crescita dove le figure professionali supereranno la soglia di piena ed efficiente utilizzazione del computer. La legge dei rendimenti decrescenti applicata all’esempio della FPP di cibo e film esposta in precedenza La particolare forma della frontiera (ossia la sua concavità verso l’origine degli assi) è dovuta all’operare della legge dei rendimenti decrescenti. Ogni spostamento lungo la frontiera (da A a B a C e così via) implica il trasferimento di un lavoratore dalla produzione di cibo a quella di spettacoli cinematografici. Ogni trasferimento di lavoro comporta un incremento via via minore nella produzione di spettacoli e un sacrificio crescente di produzione cibo. La crisi economica del 2007 La crisi del 2007 è una crisi che bene si può leggere sotto la definizione di economia come scienza sociale che si occupa di come cosa e per chi produrre, con all’interno il grande tema della scarsità. La crisi viene fatta partire comunemente dal 2007 poiché è da quell’anno che inizierà a crollare l’economia, ma si conclama al resto del mondo nel settembre 2008. Il governo federale dopo il crollo delle torri gemelle decide dare vita a delle politiche che confortino il popolo americano, si garantirono dei prestiti a tutti quelli che volevano acquistare una abitazione, fra questi potevano esserci anche persone che non potevano garantire per l’importo datogli dalle banche. Tanto ricevevano un prestito bancario i prime che avevano delle garanzie (beni, conti correnti, patrimoni), tanto chi invece non le aveva, i cosiddetti lavoratori stagionali sub-prime, più in generale coloro che erano senza la possibilità di garantire per i soldi presi in prestito. Sull’asse orizzontale dello schema abbiamo il tempo che passa in anni, mentre su quello verticale il costo di una stessa casa. Nel 2002 iniziano i prestiti, nel 2006 la politica che garantiva il sogno americano garantendo prestiti ai sub-primer aveva portato ad un evidente fenomeno: se a parità di offerta, la domanda del mercato aumenta, il prezzo del bene domandato aumenta. Fra il 2006 e il 2007 il prezzo del mercato raggiunge il suo picco e l’economia americana è in fase di stallo, al periodo di maturità del mercato segue il suo periodo inevitabile di declino. Alcuni sub-prime iniziano a perdere il lavoro e non sono più in grado di ripagare i mutui che hanno contratto con le banche, queste ultime, in genere si appropriano dei beni dati come assicurazione, ma nel caso dei sub-primer non c’era nulla a garantire la restituzione del prestito. Nel 2008 il mercato immobiliare perde valore, visto che molti clienti delle banche non riescono a pagare i loro debiti, le banche stesse procedono con il pignoramento e la vendita delle case stesse. Se aumenta l’offerta in un mercato a parità di domanda è ovvio che il prezzo cala improvvisamente. 5Sale il numero di immobili in asta e viene svalutato il loro prezzo. Di fianco i mutui concessi dalle banche americane nel lasso di tempo che va dal 1995 al 2008, uno dei prestiti più richiesti è quello per le case, tra il 2001 e il 2002 questi ultimi aumentano esponenzialmente. In grigio ci sono i prestiti concessi a primer che hanno tutte le garanzie per ricevere i prestiti dalla banca, in viola invece i prestiti concessi ai sub-prime che cominciano a crescere dino al 2006/07, questa tendenza si azzera nel 2008 quando le banche iniziano a riportare nei bilanci i crediti concessi ai sub-prime come vere e proprie perdite. Queste perdite si trasformarono nel cosiddetto credit crunch, la riduzione del credito: le banche incominciarono a non prestare e si mostrarono diffidenti anche al prestito interbancario. Il credito divenne una risorsa scarsa. La riduzione del credito ha, di conseguenza, peggiorato la situazione. Alla fine si ha la crisi vera e propria non solo dei sub-prime che non riuscivano più a pagare e delle banche che si trovano con un mercato immobiliare che cede sui prezzi, ma sono anche coloro che hanno sottoscritto dei titoli multi asset che hanno al loro interno per esempio il 50% di immobiliare che è ormai scomparso (la fetta viola di tutti i prodotti finanziari che le banche avevano creato sulle promesse di pagamento di persone che non avevano garanzie da poter dare sui prestiti stessi). Per salvare banche fragili “too big to fail” si hanno infusioni di denaro nelle loro casse da parte delle banche centrali e dai governi degli stati stessi. Gli Stati che hanno salvato il sistema creditizio hanno visto il debito pubblico (somma di tutti i deficit pubblici cumulati negli anni) esplodere quando ancora non fossero già sopra il 100% del PIL. La recessione si è trasformata nel collasso del sistema pubblico, sempre più obbligato alla “spending review” (revisione della spesa) e al “retrenchment” (revisione e contrazione del proprio ruolo nell’economia). Di seguito cerchiamo di rispondere alle tre domande, dopo che la crisi è scoppiata. - Cosa: la crisi cambia gli stili di vita, offerta si adegua a domanda che non chiede più gli stessi beni, la recessione ha causato un rallentamento della produzione, come il settore immobiliare, automobilistico Insomma, crollata la produzione, sono crollati i consumi. - Come: la crisi ha determinato una riallocazione delle risorse. In particolare, il fattore produttivo lavoro ha subito pesanti ripercussioni. La disoccupazione è cresciuta. - Per chi → mercato dell’usato e sconti attraggono nuovi segmenti 3 - Domanda, offerta e mercato Indice della lezione - Curve di domanda e curve di offerta - Formazione del prezzo nei mercati concorrenziali - Effetti della regolamentazione dei prezzi Cosa è un mercato Un mercato è un sistema di strumenti istituzionali e infrastrutture attraverso i quali acquirenti e venditori entrano in contatto, al fine di scambiare beni o servizi. Il contatto tra venditori e acquirenti può essere diretto, intermediato o solo elettronico. La funzione dei mercati è quella di stabilire un prezzo al quale avviene uno scambio volontario tra acquirenti e venditori. Al prezzo di equilibrio la quantità offerta dai venditori eguaglia la quantità domandati dagli acquirenti. Curve di domanda e di offerta Gli strumenti fondamentali per lo studio di un mercato sono la domanda e l’offerta. • La domanda è la relazione o funzione INVERSA tra la quantità che gli acquirenti sono disposti ad acquistare e il prezzo che sono disposti a pagare. È una relazione inversa visto che la quantità domandata aumenta se il prezzo diminuisce e diminuisce se il prezzo aumenta. Con la legge della domanda inversa si spiega il fenomeno della domanda per via della convenienza. Al contrario potrebbe essere spiegato l’effetto moda o vagone (aumento della realtà della domanda per via di un prezzo più alto). • L’offerta è la relazione o funzione DIRETTA tra le quantità che i venditori sono disposti a vendere e il prezzo richiesto. Diretta in questo caso significa che all’aumentare del prezzo aumenta la quantità offerta, al diminuire del prezzo diminuisce la quantità offerta. 6Come possiamo tradurre la domanda in un grafico? La domanda mostra la relazione inversa tra prezzo e quantità domandata, a parità di altre condizioni. Se diminuisce il prezzo fondamentalmente la quantità domandata aumenta. Nel grafico Prc rappresenta il prezzo di riserva dei consumatori, è il punto di intercetta (quando la domanda tocca uno dei due assi, in particolar modo quello verticale), il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare. I punti A e B mettono in luce che se diminuisco il prezzo la quantità domandata aumenta. Se invece il prezzo fosse zero, la curva della domanda toccherebbe l’asse orizzontale, in questo modo la quantità massima acquistabile sarebbe raggiunta. Le “altre condizioni” comprendono: - i prezzi dei beni correlati; - il reddito dei consumatori; - le preferenze dei consumatori. Variazioni di queste “altre condizioni” influenzano la posizione e lo spostamento della domanda. Come possiamo tradurre l’offerta in un grafico? L’offerta mostra la relazione diretta tra prezzo e quantità offerta, a parità di condizioni. Prs rappresenta il prezzo di riserva dei venditori, è il punto minimo dal quale si manifesta l’offerta. A meno il mercato non offre quel dato prodotto. Parte solitamente dall’asse verticale poiché indica che il produttore entra nel mercato solo da un prezzo minimo. Le “altre condizioni” comprendono: - la tecnologia; - i prezzi dei fattori produttivi; - la regolamentazione pubblica. Variazioni di queste “altre condizioni” influenzano la posizione e lo spostamento dell’ offerta. Lo spostamento lungo la domanda Un movimento lungo la domanda da A a B implica una variazione della quantità domandata, è dato da una reazione dei consumatori ad un cambiamento nel prezzo. Spostamento della domanda Nello spostamento della domanda non è il prezzo delle barrette ad essere variato ma sono le famose “altre condizioni” prima citate come: - prezzo di beni sostituti; - prezzo di beni complementari; - numero degli acquirenti; - reddito degli acquirenti; - impatto positivo della pubblicità/informazione. Uno spostamento della domanda da DD a D'D' provoca un aumento della quantità domandata per ogni livello del prezzo. Ad esempio, per un prezzo P la quantità domandata aumenta da Q0 a Q’. Un esempio per capici meglio, se il prezzo di un bene complementare all’automobile dovesse diminuire di prezzo, come la benzina, la curva di domanda delle automobili si sposterebbe verso destra, visto che il suo consumo aumenterebbe. Al contrario se il prezzo dei beni complementari aumenta, per esempio se il costo della benzina aumentasse, la curva di domanda delle automobili si sposterebbe verso sinistra, visto che il suo consumo diminuirebbe. Lo spostamento lungo l’offerta Ad un aumento del prezzo, la quantità offerta aumenta. 7Lo spostamento della funzione di offerta A parità di prezzo P, la quantità offerta aumenta seguito di uno spostamento verso destra dell’offerta. Lo spostamento dell'offerta verso destra può essere causato da: - diminuzione dei costi di produzione; - miglioramento delle tecnologie; - regole o norme più permissive o abilitanti; - aumento del numero dei produttori; - aumento del potere di spesa, budget dei produttori. Come per la domanda, anche l’offerta può spostarsi verso sinistra a seguito di fattori come l’aumento dei costi di produzione, regole più stringenti, diminuzione dei produttori, ecc… Nel caso opposto, quindi, a parità di prezzo, la quantità offerta diminuisce in seguito ad uno spostamento verso sinistra dell’offerta. L’equilibrio di mercato L'equilibrio di mercato è nel punto E, punto in cui la quantità domandata eguaglia la quantità offerta, per un prezzo PE e una quantità QE. Il prezzo di equilibrio di mercato è quello al quale la quantità domandata è pari alla quantità offerta. Si possono discutere due diverse ipotesi. - Parte verde, ovvero, per un prezzo superiore al punto di equilibrio la quantità offerta eccede quella domandata. Punto B: la quantità offerta ad un prezzo P’ è superiore alla quantità domandata (punto A). Per esempio, gli imprenditori ridurranno il prezzo così che i consumatori saranno disposti ad aumentare la quantità acquistata. Se un imprenditore nota che non ha consumatori, può ribassare i prezzi con degli sconti che abbasseranno il prezzo a PE in modo tale che la domanda aumenterà almeno fino al punto QE. In questo modo verrà raggiunto il punto di equilibrio E. - Parte rossa, ovvero, per un prezzo inferiore al punto di equilibrio si ha eccesso di quantità offerta. I produttori aumentano il prezzo, così che comunque i consumatori in coda siano disposti ad acquistare. Punto G: la quantità domandata ad un prezzo P’’ è superiore alla quantità offerta (punto F). Per esempio, il negozio ha la coda per entrare, gli imprenditori aumenteranno il prezzo fino a PE, tanto sono sicuri che troveranno qualcuno nella coda fuori dal negozio disposto a pagare quel prezzo maggiorato, in questo caso si la domanda diminuirà fino al punto QE. In questo modo verrà raggiunto il punto di equilibro E. Eccesso di quantità offerta Se il prezzo fosse superiore a PE vi sarebbe un eccesso di quantità offerta. Nel grafico, per P’ l’eccesso di offerta è evidenziato dal segmento AB. I produttori offrono di più di ciò che i consumatori domandano. Eccesso di quantità domandata Viceversa, vi sarebbe un eccesso di quantità domandata se il prezzo fosse inferiore a PE. Per P’’, pari al segmento FG, la Q domandata eccede la Q offerta Esercizio. Nel grafico seguente è rappresentata la frontiera della possibilità produttive di un sistema economico, relativa alla produzione di servizi sanitari e servizi culturali. Scendendo lungo la frontiera da A a C, il costo opportunità marginale della rinuncia a servizi sanitari per la produzione di servizi culturali è, in valore assoluto: a) costante b) decrescente c) crescente d) nullo Calcolare il costo opportunità marginale da A a B e poi da B a C. La crisi economica del 2007 si può ben leggere sotto la definizione 8Al di sopra e al di sotto dell’equilibrio si tratta di situazioni instabili per le quali la legge invisibile della domanda e dell’offerta di Adam Smith dice, normalmente offerente e acquirente si troveranno d’accordo e convergeranno all’equilibrio, scendendo da P’ e salendo da P’’. Nella condizione di equilibrio non sono rilevanti solo QE e PE come quantità misurata sugli assi, ma una cosa molto intuitiva è anche comprendere che in E si può calcolare quanto spendono i consumatori in totale e quanto guadagnano di conseguenza i produttori. Il rettangolo con la cornice rossa rappresenta il fatto che se vendo per esempio 50 di una data merce che è rappresentato da QE nella condizione di equilibrio e, ognuno di questi 50 pezzi viene pagato in equilibrio 100, la moltiplicazione di 50 * 100 mi restituirà il ricavo totale dei venditori, che nella condizione di equilibrio sarà uguale alla spesa totale dei consumatori, ovvero 5000. La spesa totale ed il ricavo totale Nell’equilibrio di mercato E l’area rossa 0 PE E QE corrisponde alla spesa totale dei consumatori (o acquirenti) ed al ricavo totale dei produttori (o offerenti). L’area rossa quindi rappresenta la spesa totale e il ricavo totale nella condizione di equilibrio. Nel punto di equilibrio la spesa totale dei consumatori e il ricavo totale dei produttori coincidono e sono pari al prodotto del prezzo di equilibrio per la quantità di equilibrio. Es. PE = 100 QE = 50 RT = ST = PE * QE = 100 * 50 = 5000 Come cambia l’equilibrio (domanda) Questo è un grafico dove la domanda si sposta verso destra e verso l’alto, potrebbe essere immaginato come un’affermazione che dice che nel mercato americano a parità di numero di case offerte, aumentano il numero di acquirenti, la domanda quindi cresce aumentando dall’azzurro come condizione di equilibrio al rosso come condizione di equilibrio. La stessa casa che valeva 100 in E ora vale 200 in E’. Lo spostamento della domanda sposta di fatto DD nella posizione D’D’. Insomma, aumenta il numero degli acquirenti, a parità di offerta la domanda si sposta verso destra e verso l’alto e arriviamo ad una nuova condizione di equilibrio. A seguito dell’aumento del prezzo di un bene sostituto (spostamento della domanda) la DD del bene mercato analizzando, sposta verso destra e verso l’alto. La DD aumenta a D’D’. L’equilibrio passa da E a E’. Lo stesso fenomeno si può osservare in maniera opposta se la quantità domandata diminuisce invece di aumentare. A seguito della diminuzione del prezzo di un bene sostituto, la DD del bene il cui mercato stiamo analizzando, si sposta verso sinistra e verso il basso. La DD diminuisce a D’D’. L’equilibrio passa da E a E’. Un’altro esempio per spiegare come cambia l’equilibrio a seguito di un aumento nella domanda potrebbe essere dato dall’effetto di un aumento del prezzo del gelato confezionato sul mercato delle barrette di cioccolato. A un basso prezzo dei gelati confezionati, la domanda di barrette di cioccolato è DD e il mercato si trova in equilibrio nel punto E. Un aumento del prezzo dei gelati sposta la domanda di barrette di cioccolato in D’D’. Al precedente prezzo di equilibrio di 0,30 euro, vi è ora un eccesso di domanda pari a EH che provoca un aumento del prezzo fino alla nuova situazione di equilibrio E’, nella quale il prezzo è 0,40 euro. 9Come cambia l’equilibrio (offerta) Non parliamo più di uno spostamento della domanda ma di una contrazione dell’offerta, per esempio questo potrebbe succedere a seguito dell’aumento del prezzo di un fattore produttivo. A seguito dell’aumento del prezzo di un fattore produttivo, la SS del bene il cui mercato stiamo analizzando, si sposta verso sinistra. La SS si contrae in S’S’. L’equilibrio passa da E a E’. Constatiamo che in E’ troviamo una minore quantità acquistata ad un prezzo maggiore. Facciamo un ragionamento fondamentale, cosa succede all’area? L’area blu che indica primo equilibrio si riduce nel suo spostamento ad area rossa, visto che perde una parte dell’area blu per guadagnarne solo una porzione sull’area rossa. La variazione dell’equilibrio di mercato qui si vede anche come riduzione dell’area di ricavo totale e spesa totale, questo sembra abbastanza ovvio perché diminuisce la quantità offerta a parità di domanda. Insomma, quando a parità di domanda l’offerta si riduce e va a sinistra, in genere il ricavo totale o spesa totale diminuisce. Questo concetto appena espresso in genere è così, ma non sempre, esistono casi particolari dove, se il prezzo per una quantità acquistata minore aumentasse esponenzialmente fino a raggiungere P’, con una curva di domanda molto inclinata DD, l’area dell’equilibrio di mercato aumenterebbe invece che ridursi (area rossa). Possiamo affermare che nella prima domanda che è molto più bassa sul piano, si vede in maniera eclatante che se l’offerta si riduce su una domanda molto pendente, verticale, l’area rossa diventa ben più grande dell’area azzurra, quindi non è sempre vero che la riduzione della quantità scambiata in equilibrio porta ad una riduzione del ricavo totale, sinonimo di spesa totale, dipende da come è fatta la domanda. Lo stesso fenomeno si può osservare in maniera opposta se la quantità offerta aumenta invece di diminuire. A seguito della diminuzione del prezzo di un fattore produttivo, la SS del bene il cui mercato stiamo analizzando, si sposta verso destra. La SS si sposta in S’S’. L’equilibrio passa da E a E’. Il surplus di produttori e consumatori L’equilibrio è efficiente perché tutti i benefici dello scambio sono realizzati. Non è possibile migliorare la condizione di qualcuno senza peggiorare quella di altri. Nell’equilibrio di mercato E l’area B PE E è pari al surplus (o rendita) dei produttori; l’area PE E A corrisponde al surplus (o rendita) dei consumatori. In equilibrio di mercato i consumatori pagheranno PE acquistando QE, i venditori incasseranno PE vendendo QE. A è il prezzo massimo riserva che i consumatori pagherebbero per avere il dato bene, evidenziamo che scendendo lungo la domanda posso andare a trovare un segmento che interpreta tutti prezzi di riserva che i consumatori sarebbero disposti a pagare, cioè da A fino ad E ci son tutti i prezzi che i consumatori sarebbero disposti a pagare per quantità via via crescenti, ma che non pagano di fatto poiché in equilibrio per ciascuna unità pagheranno PE. I vantaggi dello scambio Al prezzo di equilibrio tutti gli scambi mutuamente vantaggiosi vengono realizzati: - gli acquirenti pagano un prezzo inferiore o al limite uguale rispetto a quello che sono disposti a pagare (spesa risparmiata); - i venditori ricevono un prezzo superiore a quello a cui sarebbero disposti a cedere il bene (ricavo addizionale). Il surplus dei consumatori misura il vantaggio degli acquirenti. Il surplus dei produttori misura il vantaggio dei venditori. 10Quando il mercato non funziona, i beni non prodotti Un bene che il mercato non incentiva a produrre: il prezzo P 1, il prezzo massimo che gli acquirenti sono disposti a pagare (prezzo di riserva degli acquirenti) è insufficiente a compensare P 2 , il prezzo minimo al quale i venditori trovano conveniente vendere (prezzo di riserva dei venditori). La regolamentazione del prezzo: prezzo massimo Se in tempo di carestia il governo fissa un prezzo massimo PMAX inferiore al prezzo di equilibrio PE, la quantità offerta si riduce e molti acquirenti non vengono soddisfatti. E’ necessario allora un razionamento per fare fronte all’eccesso di quantità domandata AB. Possibilità che si crei un mercato nero per il bene razionato. Il prezzo di mercato nero sarà superiore al prezzo di equilibrio di mercato. L’area del quadrato è quella della spesa totale P * Q. Il prezzo massimo serve a far accedere il maggior numero di persone al dato bene, al di sopra di esso non si può andare. Lo stato quando mette un prezzo massimo inferiore di quello di equilibrio, crea un eccesso di quantità domandata rispetto alla quantità offerta. Per questo motivo il PMAX è distorsivo dell’equilibrio. In questo caso si potrebbero creare mercati neri, visto che c’è un eccesso di quantità domandata rispetto all’offerta e nel caso il prezzo illegale sopra la regolamentazione PMAX domandato non venga rispettato un eventuale imprenditore avrebbe comunque molti alti clienti. Per esempio proviamo ad immaginare gli effetti della fissazione di un canone massimo di locazione degli alloggi per uso abitativo in assenza di controllo sui prezzi, il mercato degli alloggi in locazione è libero e raggiunge l’equilibrio a un canone R0. Se un’autorità impone un canone massimo pari a R1, a breve termine la quantità di alloggi offerti in affitto diminuisce di poco, da Q0 a Q1. A lungo termine, l’offerta di alloggi in locazione (SS) diventa più reattiva al canone di affitto: la curva di offerta diviene quindi S’S’. In questa situazione, il controllo del canone riduce sensibilmente la quantità di alloggi offerti in affitto (Q2). La regolamentazione del Prezzo: il prezzo minimo Supponete che il mercato di un prodotto agricolo sia, inizialmente, in E. Il governo potrebbe volere sostenere i produttori agricoli, fissando un prezzo minimo PMIN superiore a PE, prezzo di equilibrio in E. É necessario allora gestire l’eccesso di produzione FG e il governo si deve impegnare ad acquistare l’eccesso di offerta che si forma al prezzo minimo. Il governo può intervenire nel mercato e per ragioni di equità sostenere l’offerta, in questo modo impone un prezzo minimo PMIN che i consumatori dovranno pagare superiore al prezzo di equilibrio. Si verifica un eccesso di quantità offerta rispetto alla quantità domandata che verrà acquistata dallo stato. Per esempio proviamo ad immaginare la fissazione di un prezzo minimo per un prodotto agro-alimentare (il latte). La fissazione di un prezzo minimo P1 > P0 aumenta la produzione fino a Q2 ma la quantità domandata è solo Q1. L’eccesso di offerta (AB) deve essere acquistato dal Governo che ha imposto P1. Un prezzo minimo al di sotto della condizione di equilibrio non ha senso poiché non impedisce le contrattazioni al di sopra di esso. Il prezzo quindi tenderà naturalmente all’equilibrio. 114 - Elasticità della domanda e dell’offerta L’elasticità della domanda (diretta) del bene x al prezzo di x. Finora si è considerata una rappresentazione statica del mercato e del suo equilibrio, ma prezzi e quantità cambiano nel tempo. Agli operatori di un qualsiasi mercato interessa sapere come varia percentualmente la quantità domandata a variazioni percentuali del prezzo. L'elasticità della domanda al prezzo (diretta, cioè della quantità domandata del bene x al prezzo del bene x) misura la reattività della quantità domandata di un bene a variazioni del prezzo del bene stesso. Aumenta dal breve al lungo periodo, quando il consumatore percepisce l'esistenza di un abbondante numero di beni sostituti. Non si considera il segno “-” del suo risultato. - Se il valore è superiore a 1, la domanda è elastica. - Se il valore è compreso tra 0 e 1, la domanda è inelastica. - Se il valore è 1, la domanda è di elasticità unitaria. La causa della variazione è sempre il denominatore, ovvero il prezzo. L’elasticità della domanda di un bene o servizio rispetto al suo prezzo si misura attraverso un coefficiente numerico calcolato come rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo che l’ha provocata. La domanda 'retta' non è della stessa elasticità in qualsiasi suo punto. L’elasticità puntuale (su punti della domanda) si può calcolare come: = variazione. Qd = variazione della quantità domandata. Può quindi accadere che per la stessa domanda ci siano momenti in cui questa è elastica ed altri in cui è anelastica. La domanda rappresentata come retta ha diverse elasticità, infatti l’elasticità non è mai dello stesso valore sulla stessa domanda può essere di valori diversi. - Nel punto A, in corrispondenza con il prezzo di riserva del consumatore, l’elasticità è infinita. - Fino al punto medio (che divide a metà), la domanda scende da infinito a 1, è il tratto elastico. - Il punto medio vede un elasticità unitaria. Il punto medio della domanda, divide a metà la domanda. - Al di sotto del punto medio, scende da 1 a 0, è il tratto inelastico. - Nel punto B, l’elasticità è nulla, i consumatori sono saturi del prodotto. L’elasticità è la variazione % della quantità domandata, fratto la variazione % del prezzo. Es. riduco del 50% il prezzo di un bene e la sua quantità venduta aumenta del 150%, l’elasticità di questa domanda è di 3 quindi decisamente elastica. Es. aumento del 20% il prezzo di un bene e la sua quantità domandata diminuisce del 10%, l’elasticità della domanda è pari a 0,5 quindi è una domanda inelastica. Es. in corrispondenza del punto rosso a quanto è pari l’elasticità? 1. Bisogna considerare che l’elasticità nel punto rosso, è una variazione nel passaggio dal punto con coordinate 20-10 al punto 40-7,5. 2. Nel passaggio c’è stata una variazione di prezzo di 10-7,5= 2,5 (ΔP) una variazione di quantità da 20 a 40 = 20.000 (ΔQD). Come descritto in precedenza non faccio considerazioni di segno. 3. Il punto rosso è un punto di arrivo, calcolo l’elasticità per variazione dal punto 20-10 a questo punto 40-7,5. Il risultato è 1,5. 12Elasticità diretta di domanda e ricavo (o spesa) Un imprenditore dovrebbe sapere in che punto della domanda si trovano i suoi consumatori, se nel tratto elastico o anelastico, sapere di che tipo è la propria domanda è fondamentale per definire le strategie di prezzo. Come si può vedere visivamente nello schema oltre che calcolando i ricavi, se il prezzo diminuisce nel tratto elastico i ricavi aumentano. Per esempio se una compagnia area valuta come stimolare l'acquisto di voli per tratte internazionali relative a capitali europee “non ricercatissime” dai turisti. Dopo un’analisi la conclusione è che conviene diminuire il prezzo dei biglietti perché la domanda è elastica. Inizialmente l'impresa vende 20000 al prezzo 10, se il prezzo diminuisce nel tratto elastico, i ricavi aumentano, infatti nel passaggio da C a D i ricavi aumentano da 200k a 300k. Se la domanda è elastica la strategia di prezzo sarà quella di ridurre il prezzo. Nel caso invece dovessi provare ad attuare la stessa strategia di prezzo per una domanda nel tratto inelastico, quindi andando ad abbassare i prezzi per una domanda inelastica, i miei ricavi diminuiranno. La compagnia aerea, in questo caso di domanda inelastica, non ha convenienza a ridurre il prezzo dei biglietti su tratte interne (nazionali. Ad esempio Milano-Roma), tratte affollate da uomini d'affari. La domanda è inelastica, se il prezzo diminuisce nel tratto inelastico i ricavi diminuiscono. 13L’elasticità della domanda ed i ricavi totali del produttore Quando il prezzo di un bene varia, l’effetto sui ricavi totali RT (pari alla spesa totale del consumatore) dipenderà dall’elasticità della domanda rispetto al prezzo. • Se la domanda è elastica e diminuisco il prezzo il ricavo totale aumenta, se aumento il prezzo il ricavo totale diminuisce. • Se mi trovassi proprio nel punto di elasticità unitaria non avrebbe senso ne diminuire ne aumentare il prezzo poiché il ricavo sarebbe massimo. Il punto di elasticità unitaria è una condizione desiderabile e l’impresa non ha interessi ne ad aumentare ne a diminuire il prezzo. I ricavi totali sono massimi. • Se la domanda è inelastica e diminuisco il prezzo il ricavo totale diminuisce, se aumento il prezzo il ricavo totale aumenta. Non sempre le gelate fanno male ai raccolti Nel 1994, la gelata del caffè determinò una contrazione dell’offerta brasiliana. Gli speculatori accentuarono la scarsità. A fronte di una domanda inelastica, l’elevato prezzo di equilibrio del mercato garantì ricavi maggiori ai produttori di caffè, nel passaggio sa E a E’. La gelata nel suo complesso portò ad un aumento dei ricavi visto che i prodotti che i coltivatori potevano vendere erano minori in quantità, questo significa che l’offerta sarà soggetta ad una contrazione a fronte di una domanda inelastica che rimane uguale. Questo esempio spiega perfettamente il fatto che quando la domanda è inelastica la variazione in termini di aumento del prezzo più che compensa, è più che proporzionale, rispetto alla diminuzione della quantità domandata. Funzioni di domanda particolari Le seguenti domande hanno sempre la stessa elasticità, qualsiasi sia il punto nel quale si intenda calcolare l’elasticità. Le domande isoelastiche sono della medesima elasticità su qualsiasi punto della domanda stessa (a & b). a. Domanda anelastica, di elasticità nulla in ogni suo punto. Es. dipendenze patologiche, qualsiasi sia l’aumento di prezzo vorranno consumare il dato bene in una data quantità. b. Domanda di elasticità infinita in ogni suo punto. Es. il consumatore percepisce un numero infinito di offerenti nel mercato di questo bene, se la domanda è di elasticità infinita, se mai un supermercato aumentasse il prezzo della farina, il consumatore non si fa problemi a cambiare punto vendita per acquistare lo stesso bene. c. Domanda di elasticità unitaria (iperbole equilatera) qualsiasi sia il punto misurato sulla domanda, l’elasticità è pari ad 1. L’area del ricavo totale o spesa totale sarà sempre la stessa. È un caso puramente di studio, la domanda non tocca mai gli assi se non all’infinito L’elasticità incrociata della domanda al prezzo di un altro bene L’elasticità incrociata della domanda del bene i rispetto al prezzo del bene j è rappresentata nella seguente formula. • E’ positiva se i due beni sono sostituti: ad esempio, tè e caffè. Oppure, metropolitana e bikesharing. Per esempio se aumenta del 10% il prezzo del caffè, aumenta del 20% il prezzo consumato di tè. È ovvio che questo rapporto matematicamente è uguale a +2. • E’ negativa se i due beni sono complementari: ad esempio, tè e zucchero. Oppure, volo+hotel. Per esempio se aumenta del 10% il prezzo della benzina, diminuisce del 20% la quantità consumata di viaggi in auto. Questo rapporto è matematicamente è uguale a -2. Qui ha senso usare i segni delle variazioni, quando il segno del risultato è negativo vuol dire che i beni sono complementari. Se il segno è positivo i beni sono in un rapporto di sostituzione. Se il risultato è 0 non esiste relazione fra i due beni. 14
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Per approfondire questo argomento:
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- economia politica
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- integrazione europea
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